«L’Austriaca». Uno spettacolo teatrale in occasione del Giorno della Memoria
In occasione del Giorno della Memoria, l’Università ospita, nelle proprie sedi, quattro repliche dello spettacolo teatrale “L’Austriaca” al fine di proporre e stimolare alcune riflessioni su questioni fondamentali come identità, intolleranza, colpa e riconciliazione.
Le repliche sono in programma giovedì 31 gennaio alle 11 nella Sala Studio di Economia (via San Faustino 74B) e alle ore 20:30 alla Galleria delle Sfingi di Giurisprudenza (Via San Faustino 41); lunedì 4 febbraio alle 10 nella Sala Consiliare di Medicina (Viale Europa 11) e alle 15 nell’Aula Magna di Ingegneria (Via Branze, 38). Iscrizioni sul sito www.unibs.it e via mail a eventi@unibs.it.
“L’Austriaca”, scritto e interpretato da Sabine Liselotte Uitz, produzione Teatro Telaio, racconta in chiave intima la vicenda di ragazze divenute donne nell’Europa posta fra le due guerre, toccate dal nazifascismo in modo differente poiché diverse erano le realtà di appartenenza, ma sempre con un portato di sofferenza.
L’invito a partecipare è rivolto agli studenti e alla cittadinanza. «L’occasione offerta da questa narrazione – dichiara il prof. Carlo Alberto Romano, Delegato alla responsabilità sociale per il territorio e promotore dell’iniziativa – è quella di riscoprire la nostra memoria e, forse sorprendendoci o forse no, anche la nostra attualità. Il racconto è un intreccio di presente e passato, attraverso storie dentro altre storie».
Un’anziana signora, chiamata “l’austriaca”, si ricorda della sua amica ebrea Lea Winterfeld e del suo tradimento verso di lei: fa i conti con il suo passato, essendo stata per tanti anni un fanatico membro della Gioventù Hitleriana, Hitlerjugend. Un’altra donna, la narratrice della storia dell’anziana, racconta invece di suo nonno nazista e di come si sentisse sola in una famiglia che tollerava e accettava comportamenti razzisti.
«Ho scritto questo spettacolo con l’intenzione di raccontare una storia al rovescio – racconta Sabine Liselotte Uitz – cioè non cominciando da chi ha subito ingiustizie, ma da chi aveva partecipato a esse. Sono partita dal racconto di una ex-nazista e, sviluppando lo spettacolo, sono arrivata alla storia di mio nonno rimasto nazista per tutta la sua vita. La mia è la storia di tante famiglie, niente di straordinario, ma comunque esemplare. Ho pensato ai ragazzi di oggi e alla frequente confusione che riguarda identità e identificazione. Mi sono chiesta come mi sarei comportata io, a 13 o 14 anni, nell’ Austria d’allora. Questa stessa domanda la pongo anche allo spettatore».