Annata agraria positiva con nubi all’orizzonte
Il 2019 verrà ricordato come un anno estremamente e negativamente condizionato dal maltempo. Una primavera dalle piogge eccessive, che in molti casi hanno tardato e/o penalizzato le fasi di fienagione e di semina, e una estate con tanti eventi calamitosi, spesso estremi e sparsi per tutta la provincia. Si conferma comunque un trend di crescita con la produzione lorda vendibile complessiva che supera il miliardo e 300milioni di euro, per il combinato prezzi-volumi l’aumento rispetto al 2017/2018 si attesta al 3,77%.
Questa la sintesi dell’annata agraria presentata questa mattina da Coldiretti Brescia , in occasione della conferenza stampa in sede provinciale alla presenza del direttore Massimo Albano, del vicedirettore Mauro Belloli e del presidente Ettore Prandini. “La ripresa continua – precisa il presidente Prandini – ma non dobbiamo abbassare la guardia, consolidiamo i risultati per l’anno prossimo e lavoriamo per dare valore economico alle produzioni agricole che, inserite comparto agroalimentare italiano, concorrono a realizzare il 25% del Pil nazionale”.
Per l’agricoltura bresciana i vari comparti zootecnici continuano a rappresentare circa il 90% del totale, con in testa la produzione di latte vaccino, che – per il combinato prezzo e aumento produzione – supera il 46%. Brescia e la Lombardia si confermano leader nazionali tra le province e le regioni produttrici di latte, con una percentuale in costante e continuo aumento: a livello provinciale la produzione veleggia verso il l’12% del latte italiano ed in valore assoluto ci si attesta a 14,4 milioni di quintali (nel 2004 erano 10 milioni).
Tra i comparti emergenti – precisa Coldiretti Brescia – continua a crescere l’interesse verso l’allevamento ovino e caprino; dal 2010 al 2019 la consistenza caprina è più che raddoppiata ed il numero di pecore allevate è cresciuto del 40%. E interessante la scoperta di allevamenti meno tradizionali, quali cavalli, asini, bufale e chiocciole.
“Altra annata importante per la viticoltura bresciana – sottolinea il vicedirettore Mauro Belloli – con ottimi auspici per quanto si troverà in bottiglia; i calcoli effettuati per la filiera vitivinicola dimostrano come quanto registrato in campo, valore uve 55 milioni di euro, esplode con la trasformazione e la valorizzazione in cantina: utilizzando valori medi minimi e di prudenza, il valore in vino sale a 337 milioni di euro.
Quanto alle coltivazioni, il mais resta leader in provincia delle superfici a seminativi; un’annata condizionata in primavera dalle piogge eccessive che in molti casi ne hanno tardato e/o complicato le fasi di semina, e dati tanti eventi calamitosi dell’estate, sparsi per tutta la provincia. In tema di produzioni orticole – precisa Coldiretti Brescia – si registra una crescita del numero di imprese che si dedicano a tale attività, talune con la prospettiva della vendita diretta al consumatore finale, altre che coltivano ortaggi da destinare al segmento della IV gamma, prodotti pronti all’uso, già confezionati. Interessante il rilancio della coltivazione di piante officinali, soprattutto nelle aree di montagna.
L’agricoltura si conferma anche un settore importante dal punto di vista occupazionale, nel periodo 2009 – 2018 il saldo di occupati è significativamente in positivo, con i circa 1.400 lavoratori autonomi in meno ampiamente compensati dagli oltre 6mila nuovi dipendenti. Nel solo 2018 – conclude Mauro Belloli – tra dipendenti a tempo determinato e a tempo indeterminato, si registra un balzo in avanti di 2.100 unità.
“L’agricoltura bresciana e quella italiana – conclude Prandini – contribuiscono in modo rilevante anche alla sostenibilità ambientale: siamo i più green in Europa riguardo le emissioni inquinati, e continueremo a investire in tal senso, nel frattempo resta determinate l’azione di sensibilizzazione verso i cittadini-consumatori ”.