Natale con i tuoi ? Non per gli studenti italiani che restano negli USA per fare volontariato

Hanno 17 anni, sono decisi, impegnati, altruisti e credono che ogni piccolo gesto individuale possa contribuire a rendere il mondo un posto migliore.

Sono gli studenti italiani di quarta superiore che, partiti a fine agosto con l’organizzazione YouAbroad per studiare un anno all’estero, trascorreranno il Natale lontano dalla propria famiglia, restando negli Stati Uniti e facendo volontariato.

C’è chi serve piatti caldi alla mensa dei poveri, chi impacchetta doni per i bambini meno fortunati, chi organizza banche del sangue per le donazioni agli enti sanitari… E poi ancora chi gestisce raccolte fondi durante le partite di baseball, chi organizza mercatini charity di biscotti e indumenti usati, chi consegna la spesa alle famiglie indigenti…

Nei piccoli paesi degli States dove gli Exchange Student di YouAbroad stanno vivendo, sono tante le occasioni per rendersi utili alla comunità e alcuni di loro rinunciano al Natale in Italia per continuare a farlo anche durante le feste, quando il tempo e le opportunità per dedicarsi al volontariato aumentano.

Niente abbracci alla mamma, niente regali sotto l’albero, nessun volto familiare da rivedere dopo mesi, ma ugualmente tanta soddisfazione e felicità. Perché fare del bene fa bene a chi lo riceve e anche a chi lo fa.

La testimonianza di Sara Gorlani di Brescia quest’anno studentessa a Monroe, North Carolina (USA)

“Sono arrivata il 13 agosto a Monroe, una cittadina di circa 30.000 abitanti nel North Carolina. Qui la vita è molto diversa da quella in Italia, ci si deve abituare ad una routine frenetica e ad un incalzante ritmo di impegni che si susseguono dalla mattina alle 6 fino alla sera alle 23.

Quello che mi ha colpita di più è che qui la maggior parte dei ragazzi partecipa e svolge molte attività di volontariato, soprattutto con la chiesa locale, che è molto attiva sul territorio.

La mia prima esperienza in questo ambito è stata in occasione della Festa del Ringraziamento, durante la quale abbiamo organizzato e servito quasi 2.000 pasti ai poveri e portato borse di alimenti ai bisognosi. Abbiamo caricato circa 750 pacchi con alimenti di prima necessità come pasta e cibo in scatola. È stato un grande lavoro che ha coinvolto molti volontari e che, grazie ad una efficiente organizzazione, ha permesso la buona riuscita dell’iniziativa.

Una bellissima esperienza che voglio ripetere per le feste di Natale perché si tratta di una lezione di vita che a scuola non si può imparare. Grazie al volontariato dai più valore a ciò che hai, ti rendi conto di quanto sei fortunato e capisci che l’America non è, come spesso si crede alla mia età, solo il Paese della felicità e del benessere. Quello che facciamo è solo un piccolo gesto per 2.000 persone e 450 famiglie che vivono nella nostra stessa comunità con difficoltà che noi non possiamo nemmeno immaginare. Sono felice per quanto ho fatto ma molto di più per quanto ho ricevuto, per come le persone mi hanno accolta ed integrata fin da subito senza pregiudizi e con il sorriso”.

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