Ghedi: i profughi dell’Ucraina per l’accoglienza della comunità
I primi profughi giunti a Ghedi dall’Ucraina sono stati ricevuti in Comune nell’ufficio del sindaco che, a nome di tutta la comunità, ha dato il benvenuto e ribadito la sua solidarietà alle persone che hanno raggiunto l’Italia per cercare di sfuggire alla guerra. Un incontro per conoscersi che, come è stato ricordato, ha fatto entrare nel vivo il progetto di accoglienza che in questo momento è soltanto partito.
Un percorso che viene guidato in cabina di regia dai volontari del “Gruppo 29 maggio” e che si avvale del sostegno dell’Amministrazione Comunale, ma che sta coinvolgendo sempre più persone: “Aiutando la comunità ucraina ci stiamo scoprendo sempre più comunità – ha precisato Luciano Dabellani a nome del “Gruppo 29 maggio” – Sento il nome del nostro gruppo come capofila di questa iniziativa, ma non è corretto. Si tratta piuttosto di un progetto che sta coinvolgendo decine di persone singole, che non appartengono a nessuna associazione, e molte realtà del territorio. Una macchina organizzativa che sta diffondendo il suo raggio di azione e questo non solo è molto bello per la comunità di Ghedi, ma è anche fondamentale per questo intervento che non è certo concluso perché siamo riusciti a far arrivare questi nuovi amici e a trovare loro una casa. Al contrario, il bello comincia adesso. I bisogni ai quali dovremo far fronte sono tantissimi e servirà davvero un grande aiuto per riuscire a portare avanti un programma così importante. Adesso dobbiamo completare l’inserimento dei nostri ospiti nella comunità e, in questo senso, stiamo portando avanti tutta la documentazione necessaria con la Prefettura e la Questura, con il mondo della scuola e quello sanitario. Ci sono veramente tante cose da sistemare, il tutto complicato dalla difficoltà a comunicare visto che parliamo due lingue diverse. Il nostro invito, ed è per questo che siamo in Comune per dare il maggior risalto possibile alla nostra richiesta, è che siano tante le persone che nei prossimi giorni decideranno di condividere il nostro cammino di accoglienza”.
Un sostegno concreto è stato anticipato dal sindaco Federico Casali, che dopo avere accolto ufficialmente i nuovi arrivati, ha ribadito che continuerà la collaborazione con i servizi sociali per mettere in campo nuove iniziative ad hoc e che, nello stesso tempo, si studieranno le modalità per approvare una variazione di bilancio grazie alla quale poter sostenere anche economicamente questo progetto di solidarietà. Un percorso che ha preso il via con un primo arrivo di nove profughi (tre bambini con due mamme, una coppia di genitori e due donne), tutti provenienti da Vinitze, una località vicina a Kiev, ai quali se ne sono aggiunti altri cinque che, però, non dovrebbero essere gli ultimi profughi destinati a raggiungere Ghedi. Per far fronte ai loro bisogni privati cittadini hanno già messo a disposizione cinque appartamenti, mentre alcune famiglie hanno ospitato direttamente a casa loro alcuni ucraini. I primi passi che hanno dato il via ad un programma importante e complesso che mira a coinvolgere l’intera comunità di Ghedi (e non solo) in questo percorso da portare avanti all’insegna dell’accoglienza e della solidarietà anche davanti ad un evento tragico come la guerra.