Dibattito pubblico per la gestione dell’acqua pubblica

Luigi de Magistris nel 2011, viene eletto sindaco della città partenopea. Sull’onda del referendum, nomina un assessore “ai beni comuni, l’acqua pubblica e la democrazia partecipativa”. Nell’amministrazione comunale entrano Alberto Lucarelli, professore di diritto pubblico e Ugo Mattei, professore di diritto internazionale ed esperto della materia, per ridare a Napoli un’azienda idrica pubblica. Nomi non casuali, perché Lucarelli e Mattei avevano redatto i due quesiti del referendum sull’acqua. Ci volle tempo visto che non vi erano modelli a cui rifarsi: il diritto societario definisce chiaramente i passaggi necessari a convertire una società di diritto pubblico in una privata, ma sul percorso inverso non vi sono norme precise. Il percorso fu osteggiato da molti ma ci si riuscì. Fu istituita Abc Napoli nella forma giuridica di “azienda speciale”: il comune detta le linee di indirizzo con ampia autonomia gestionale rispetto alle vecchie municipalizzate. La forma giuridica è una garanzia per i cittadini. La società per azioni deve necessariamente fare profitti poichè nasce con quel fine. Un’azienda pubblica invece non deve fare profitti, la sua priorità è garantire il servizio pubblico: deve fornire acqua di qualità, investire gli utili nell’infrastruttura e migliorare il servizio”. Napoli è l’unica grande città d’Italia dove la rete idrica è tornata di proprietà pubblica (MM che gestisce il servizio per la città di Milano è una Spa). Oggi “l’acqua del sindaco” è buona, la bolletta costa meno che in altre grandi città, e la società che la distribuisce è in attivo. Una storia positiva, un esempio che funziona.

18 novembre 2018: dopo un percorso lungo quasi 2 anni, il Comitato si era costituito il 17 gennaio 2017, si arriva al Referendum per l’acqua Pubblica a Brescia. Stravincono i sì seppure su una partecipazione solo del 22,3% soprattutto a causa del silenzio assordante dei maggiorenti politici locali. Anche qui un caso unico, mai si era tenuto un referendum provinciale. Si dovettero affrontare passaggi istituzionali complicati ed anche qui il percorso fu osteggiato perché il modello pubblico privato nella città che è dominata da A2A è l’unica strada possibile. Il Comitato ha obbiettivi chiari: nel medio termine fermare la messa a gara del 49% del gestore unico provinciale Acque Bresciane che, a seguito dello sblocca Italia del Governo Renzi, da poco si era costituito. Quello a lungo termine addivenire all’azienda speciale di diritto pubblico sul modello di ABC Napoli.

Ora il primo obbiettivo è stato solo in parte raggiunto. Certamente il percorso della totale privatizzazione pare essere stato fermato, certamente frenato, ma il pericolo è ancora incombente. Il secondo obbiettivo invece non sarà più concretizzabile a causa del recente DLGS 201/2022 che limita i modelli gestionali dei servizi pubblici di interesse economico. Dunque, quale sarà la prospettiva gestionale per il servizio idrico integrato della Provincia di Brescia?

Ne parliamo il 4 aprile allo Spazio Aref con Luigi de Magistris Ex sindaco di Napoli, Emanuele Moraschini Presidente Provincia di Brescia, Marco Zemello Direttore Ato Brescia, Marco Apostoli Presidente Commissione Ciclo Idrico Provincia di Brescia e Vanna Toninelli Responsabile Comunicazione e relazioni esterne A.B. S, introduce Mariano Mazzacani Comitato Referendario Acqua Pubblica Brescia.

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