Natalità e mortalità delle imprese bresciane

I dati del secondo trimestre 2023 evidenziano un saldo positivo tra aperture e chiusure di imprese nel periodo aprile-giugno pari a 686 realtà imprenditoriali in più.

Il risultato si conferma positivo ma dal confronto con le precedenti rilevazioni emerge che da aprile a giugno 2023 sono state avviate 1.674 imprese, in calo del 3,2% rispetto allo stesso periodo del 2022. Sul fronte della mortalità d’impresa nel secondo trimestre dell’anno hanno cancellato la propria posizione dall’anagrafe camerale bresciana 988 imprese, in calo dell’1,9% sullo stesso periodo del 2022, ma in progressiva crescita rispetto al valore minimo segnato nel 2020.

In base all’analisi realizzata dal Servizio Studi della CCIAA di Brescia le dinamiche di nati-mortalità imprenditoriale del trimestre appena concluso hanno aumentato la base imprenditoriale rispetto al primo trimestre dell’anno dello 0,6% ma in leggero calo rispetto al secondo trimestre dello scorso anno (-0,5%). Il numero delle imprese registrate presso il Registro Imprese di Brescia si attesta a 118.986 unità.

Dal confronto territoriale è evidente che il risultato bresciano è in linea col dato lombardo (+0,6%) e superiore a quello nazionale (+0,5%).

Artigianato – Le dinamiche di nati-mortalità imprenditoriale del comparto artigiano si confermano in linea con lo stesso periodo dello scorso anno. Le iscrizioni di nuove imprese artigiane (591) e le uscite dal comparto (390) restano pressoché invariate rispetto a un anno fa.

Il saldo del bilancio demografico artigiano si chiude con 201 unità in più. Sono 33.217 le imprese artigiane registrate al Registro Imprese di Brescia, in aumento dello 0,6% rispetto ai primi tre mesi dell’anno ma in leggero calo nel confronto con lo stesso periodo dello scorso anno (-0,9%).

Per quanto riguarda le dinamiche settoriali, continua la crescita dei servizi (+1,5% tendenziale), comparto che da solo raccoglie il 32,4 % delle imprese bresciane, mentre prosegue il trend calante che da diversi anni caratterizza l’industria manifatturiera (-1,7%) su cui continua a pesare l’importante flessione della componente artigiana (-160 imprese; -1,9%); il commercio (-1,9%) e l’agricoltura (-0,9%).

Nell’ambito dei sevizi riportano un nuovo aumento le attività professionali, scientifiche e tecniche (+298, pari a +4,5%) che proseguono nel percorso di crescita intrapreso negli ultimi anni; le attività assicurative (+90 unità, +2,7%); i servizi di informazione e comunicazione (+40 imprese; +1,4%) e i servizi di trasporto e magazzinaggio (+42 unità; +1,5%).

Le costruzioni, dopo la crescita brillante degli ultimi due anni, chiudono il trimestre con un calo della base imprenditoriale dell’1,3%, ma il numero delle imprese operanti nel settore si conferma superiore ai livelli pre-Covid.

Chiude il trimestre in leggera flessione il comparto dell’alloggio e della ristorazione (-0,4%), risultato su cui incide il calo delle imprese della ristorazione.

L’organizzazione giuridica – Tra le forme giuridiche si confermano in espansione le società di capitale (+0,8% su base annua). Il dato conferma il processo strutturale in corso da diversi anni che vede la progressiva sostituzione delle forme organizzative più semplici come le ditte individuali (-1,1%) e le società di persone (-1,6%) con governance più solide.

Si tratta di un processo diffuso su tutto il territorio nazionale, ma che acquista particolare rilevanza in provincia, dove l’incidenza delle società di capitale (33%) è più marcata rispetto alla media italiana (31%).

Le imprese femminili, giovanili e straniere

Dall’analisi delle caratteristiche demografiche degli imprenditori emerge che nell’ultimo anno si confermano in aumento le imprese straniere (+1,1%) che rappresentano il 12,5% delle imprese della provincia (incidevano per l’11,2% nel 2019). Le imprese femminili si mantengono pressoché stabili (-0,1%), rispetto al secondo trimestre dello scorso anno con 24.570 imprese pari al 20,6% del totale.

In leggera flessione le imprese giovanili (-0,9%) che si attestano a 9.758 unità pari all’8,2% del totale.

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