In a New World è il nuovo album del chitarrista bresciano Marco Tiraboschi

Esce martedì 2 aprile “In a New World” per la Da Vinci Records, il nuovo album del chitarrista Marco Tiraboschi, tra composizioni cosmopolite e un melting pot di sonorità provenienti da tutto il mondo.

 

Numerosi gli ospiti eccellenti che Tiraboschi ha coinvolto in questa sua seconda fatica discografica: Marc Ribot, Javier Girotto, Alessandro “Asso” Stefana, che ha curato la registrazione e il missaggio e, infine, il produttore, sound engineer e arrangiatore Taketo Gohara per la masterizzazione.

 

Echi dal sud America, Medio Oriente, Africa ed Europa: nelle 11 tracce dell’album, il trio, completato dal violinista Daniele Richiedei e dal contrabbassista Giulio Corini, esplora con forza ed eleganza tanti e variegati stili musicali provenienti dalle più diverse parti del mondo; un “nuovo mondo” in cui si fondono composizioni originali e coinvolgenti, amalgamate in un flusso di sonorità dallo stile ben definito.

Per Marco Tiraboschi la musica, infatti, è una continua ricerca nell’ottica della world music, lontana da tentativi di occidentalizzazione o di appropriazione di linguaggi delle diverse culture. Nella sua ricerca, “l’altro” viene approcciato con un sincretismo libero da stereotipi e per arricchirsi così di tutta l’improvvisazione di matrice jazz, di cui Tiraboschi e il suo trio sono maestri.

 

Quella tracciata da “In a New World” è una nuova via che va in parallelo con le nuove strutture sociali: l’artista vuole arrivare a una fruibilità di ascolto senza nascondersi in facili intellettualismi. In questa ricerca, non c’è limite all’ispirazione: anche un brano come “Frame by frame” del gruppo progressive-rock King Crimson diventa stimolante paradigma di alchimie tra musiche tradizionali e composizioni colte contemporanee. Il viaggio tra Europa e Africa di “Natus”, un incontro tra antiche tradizioni e la ricerca di una voce nuova, ma anche la riflessione sulla nascita come nuovo inizio, una nuova opportunità per l’umanità. Quel posto sicuro che è “An empty garden”, un luogo che fa stare bene. L’omaggio al mondo della musica latina di “El suadente”, che non rinuncia alla seduzione del jazz e a un tocco di oriente.

 

L’album ha iniziato a prendere forma nel 2020 durante il primo lockdown, quando l’incertezza del futuro imponeva quasi la necessità di credere e sperare per forza in un rinnovamento, un mondo migliore del precedente. In quel periodo Marco Tiraboschi inizia a comporre “Un respiro”, un brano empatico costruito sul ritmo cadenzato e ossessivo dei ventilatori polmonari utilizzati per i malati di COVID. Poi è arrivato “Past change” sul tema del cambiamento e dell’apertura verso il futuro. Da qui in poi il progetto ha iniziato a prendere una forma ben definita con la composizione di nuovo materiale e il riarrangiamento di brani composti anni prima.

 

“In a New World” è un disco ricco di citazioni, riferimenti, collaborazioni. Quella con Javier Girotto, con cui Tiraboschi condivide il saper entrare in profondità nelle composizioni con energia e vena melodica. La straordinaria chitarra di Marc Ribot, caposcuola di correnti musicali innovative, considerato uno dei musicisti più influenti al mondo. Il missaggio di Alessandro “Asso” Stefana, musicista di spicco della scena italiana che con la sua visione contribuisce ancora di più alla coesione dell’opera. E poi Taketo Gohara, produttore discografico, sound engineer e arrangiatore.

Da segnalare l’immagine in copertina dal titolo “Denuncia alla guerra”, opera originale di Federica Jeanne de Luca, artista particolarmente sensibile al dialogo sinergico tra musica e immagine.

 

Un fluire interrotto dalla tragica scomparsa dell’amico di Tiraboschi, il musicista Simone Prando al quale dedica il brano che intitola l’album. Un set vario e ben strutturato sul confine tra la world music e il jazz, cucito sul suono della chitarra, dell’oud, del violino e del contrabbasso, fatto di sapori e colori a volte tenui, a volte decisi e contrastanti, che cercano di integrare vari linguaggi “mondiali” in un unico coerente discorso potenzialmente comprensibile a tutti.

 

Musicista eclettico, prendendo elementi della musica contemporanea, dei Balcani, del Medio Oriente e jazz, Marco Tiraboschi persegue un’idea basata sulla fusione multiculturale che trascenda stili e tecniche, per focalizzarsi sulla formazione di un linguaggio d’arte personale ed emotivamente comunicativo. Diplomato al conservatorio di Brescia, dal 2019 è anche direttore artistico del Festival di world music Etno-Tracce in Franciacorta e nel 2023 ha pubblicato il metodo per chitarra «una chitarra a colori» per l’editore DOREMIDOLARE.

 

 

Formazione

Marco Tiraboschi (composizioni, chitarra, oud)

Giulio Corini (contrabbasso)

Daniele Richiedei (violino e viola)

feat

Javier Girotto (Sax soprano, flauti)

guest Marc Ribot (electric guitar) e Alessandro «Asso» Stefana (hand clapping)

 

Tracklist

1 00:21 (Tiraboschi) 6:26

2 Natus (Tiraboschi) 7:29

3 An empty garden (Tiraboschi) 3:28

4 El suadente (Tiraboschi) 6:21

5 La nuit parisienne (Tiraboschi) 5:46

6 Intro (Girotto) 2:36

7 Past change (Tiraboschi) 6:01

8 In a new world (Tiraboschi) 4:57

9 Frame by frame (Fripp, Belew, Levin, Bruford)         7:01

10 Un respiro (Tiraboschi) 4:04

11 Sher (Tiraboschi) 4:48

 

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Marco Tiraboschi – hybrid guitar (1,2,3,5,8,9,11), archtop electric guitar (4), Turkish oud (7,9), kora guitar (1), infinite guitar (2), composition (1,2,3,4,5,7,8,10,11), arrangements, hand clapping (2). Daniele Richiedei – violin, viola (2, 3, 8) Giulio Corini – double bass

Featuring Javier Girotto – soprano saxophone (1,2,5,7,8,9,10,11) quena flute (6, 10) sicus flute (2), moxeno flute (10) Special guest: Marc Ribot ’65 Fender Jaguar electric guitar (3) Alessandro «Asso» Stefana: hand clapping (2)

Registrato il 5, 7 Giugno 2023
Registrato e Mixato da Alessandro “Asso” Stefana Masterizzato da Taketo Gohara

Immagine di copertina: «Denuncia alla guerra» opera di Federica Jeanne de Luca

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