Carte da gioco bresciane: storia, caratteristiche, giochi
Esistono da diversi secoli, si sono trasformate, adattate ai popoli, alle culture e ai tempi ma hanno intrattenuto e divertito tantissime generazioni di italiani. Le carte da gioco sono una dei passatempi e delle forme di divertimento ancora oggi grandemente apprezzate da tante persone. Spesso vengono “tirate fuori dai cassetti” in occasioni speciali, quando si sta insieme alla famiglia e agli amici durante le feste ad esempio per passare un po’ di tempo insieme divertendosi oppure anche a livello professionale con tornei di carte anche internazionali che spaziano dal poker, passando per il blackjack e lo chemin de fer. Ma in Italia resta salda la tradizione con le carte regionali. In Lombardia ad esempio esistono diversi mazzi di carte, come quelle bergamasche, quelle milanesi e quelle bresciane. Queste ultime sono le più caratteristiche con una composizione molto particolare ma utili anch’esse per giocare a tanti giochi della tradizione. Tradizione che oggi viene integrata con la tecnologia grazie ad una serie di portali e siti online che permettono di giocare al computer a tanti tipi di svago. Sulle moderne piattaforme di gioco, infatti, ci si può divertire con questi passatempi nel loro formato digitale dove ad esempio un sito di casino online permette di intrattenersi soprattutto i mazzi napoletani, senza dubbio i più popolari. E se quelle napoletane sono popolarissime, altrettanto lo sono quelle bresciane.
Le carte da gioco bresciane
Le carte da gioco bresciane appartengono alla categoria di carte con semi “latini”, diffuse appunto nelle zone dell’Italia settentrionale e hanno la particolarità di essere composte da 52 tessere anziché 40 come tanti altri mazzi. Nel caso in cui dovesse servire tornare a 40 carte si eliminano i cosiddetti scartini, eliminando le carte dall’otto al dieci e mantenendo le figure. Quest’ultime sono di tipo “naive” con colori piatti e figure non perfettamente proporzionate. E con delle peculiarità nei disegni, come ad esempio le spade che assomigliano più a scimitarre o i bastoni che sono scettri. Anche il formato è diverso rispetto agli altri tipi di tessere, essendo molto piccole, le più piccole d’Italia misurando solo 43×88 mm. Molto curioso il fatto che tante carte hanno dei soprannomi, come ad esempio il fante di coppe, chiamato “Fant cagnì”, anche il due di spade, chiamato la “Felepa sensa pei”. Il due di denari è invece denominato “Le bale del’orso”, o ancora l’asso di coppe viene identificato come “Angiulina”.
I giochi più diffusi
A volte i giochi di carte sono l’occasione di creare nuove amicizie, anche organizzando tornei come nel caso del burraco, diffusissimo in tutte le regioni d’Italia. Ma questo è un gioco fatto con carte francesi. In Lombardia, con le carte bresciane invece un tipico gioco è quello della cicera bigia il cui scopo è arrivare per primi a 52 punti. Una volta ricevute 12 carte a testa si mettono 4 carte scoperte al centro del tavolo e inizia la mano dove i giocatori devono prendere da terra una carta uguale a quella che si ha in mano o alla somma delle carte poste per terra. Una specie di scopa, insomma, altro gioco diffusissimo in Italia e anche in Lombardia. O ancora la briscola dove, con tre carte a testa il primo giocatore lancia una carta per terra e determina il seme con cui si gioca quel giro. In questo gioco asso, due e tre, sono le carte con il valore più alto, poi a scendere, Re, Fante, Donna e via via verso la carta più bassa. Il seme dell’unica carta rimasta scoperta all’inizio del gioco è il seme di briscola e ha valore di jolly, sempre seguendo il valore della carta. Alla fine bisogna fare 61 punti per vincere.