Sabato 4 maggio verrà presentato il libro “Lettere perdute. Rinvenute da Qol Sakhal”

Come nel 1947 il pastore beduino si imbatte nei rotoli del Mar Morto in una grotta Qumran, così i manoscritti originali contenuti in questo libro, sono stati trovati ai primi di marzo del 1981 durante un’escursione sull’isola di Montecristo, organizzata da un capraio, come scrive l’autore, “in cerca di uno di quei famosi caproni da accoppiare alle striminzite ed esauste caprette”.

 

In un anfratto, infatti, il caso gli fece trovare una sacca di pelle di capra; all’interno 24 rotoli di carta, alcuni di cartapesta, scritti in varie lingue.

 

“Spero che la condivisione con te, lettore dei testi di queste lettere, mi aiuti a superare lo sconcerto e il turbamento nei quali la loro lettura, disarmonica nel suo complesso, mi ha gettato. Sono disorientato; che senso hanno? Qualcuno ha voluto prendersi gioco della mia innocenza di capraio? Perché è toccato proprio a me trovare quel sacco di pelle di capra? Che ha voluto dirmi con questo l’Imprescindibile Imprevedibile Caso?” Elio Marniga.

 

La prima intenzione dell’autore, era di pubblicare con lo pseudonimo di Qol Sakhal, nascondendo la sua timidezza, sconfinata in timore di giudizi negativi. Ma intervenne il nipote più grande, amatissimo come amatissimi sono gli altri otto, femmine e maschi, grandi e piccini, il quale gli fece leggere alcuni suoi brevi componimenti;

da quello scambio, nacque un bel dibattito.

 

Conclusione: l’opera fu pubblicata con il vero nome dell’autore, anche se figurerà come “Voce del Folle”.

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