Cibo dal web per 1 Italiano su 3
Nel 2018 più di un italiano su tre (37%) ha ordinato cibo dal telefono o dal pc tramite una piattaforma web con un aumento boom del 47% rispetto all’anno precedente, simbolo di un trend che è entrato prepotentemente negli stili alimentari quotidiani. E’ quanto emerge dal primo studio Coldiretti/Censis sul food delivery presentato al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti a Villa d’Este a Cernobbio.
Si tratta della prima “fotografia” del settore più dinamico della ristorazione che ha ormai allargato i suoi confini dalla tradizionale pizza o piatti etnici fino a veri e propri cibi gourmet, con sempre più ristoranti di qualità entrati nel giro delle piattaforme come Just Eat, Foodora, Deliveroo, Bacchette Forchette o Uber Eats, solo per citare le più note, accanto alle quali si sono sviluppate numerose realtà locali.
A facilitare il ricorso al food delivery c’è il fatto che i tempi di consegna – precisa la Coldiretti – sono in alcuni casi prefissati e non superano i sessanta minuti ma è anche possibile stabilire una fascia oraria precisa mentre per quanto riguarda il pagamento è diffuso quello on line e non sempre è possibile quello in contanti. Il trasporto avviene principalmente in bicicletta ma anche con motorini per ovviare ai vincoli delle zone centrali a traffico limitato delle grandi città. Il boom del cibo a domicilio nelle case degli italiani ha portato però – nota Coldiretti – un’accesa competizione sui costi tra le diverse piattaforme con offerte gratuite di trasporto, promozioni e ribassi, che rischia a volte di ripercuotersi sull’intera filiera, dal personale ai conti dei ristoratori fino ai loro fornitori dei prodotti agricoli e alimentari.
Non a caso quattro italiani su dieci (38,1%) che ordinano il cibo sulle piattaforme web ritengono prioritario migliorare il rispetto dei diritti del lavoro dei riders, i fattorini che portano i piatti nelle abitazioni, secondo lo studio Coldiretti/Censis. Ma oltre alle condizioni dei lavoratori, sono diversi gli aspetti del food delivery che andrebbero cambiati a giudizio di chi fa ricorso a questo tipo di piattaforme. Il 28% di chi riceve il cibo a casa richiama – rivela Coldiretti – l’esigenza di una maggiore sicurezza dei prodotti durante il loro trasporto garantendo adeguati standard igienici, evitando ogni contaminazione e preservando la qualità del cibo, ma c’è anche un 25,3% che chiede alle piattaforme web di promuovere anche la qualità dei prodotti e degli ingredienti che propongono nei loro menù di vendita, e un altro 17,7% vorrebbe migliorare anche l’utilizzo di prodotti tipici e di fornitori locali.
PERCHE’ GLI ITALIANI RICORRONO AL FOOD DELIVERY
Quando si è stanchi e senza voglia di cucinare | 57,3% |
In occasione di pranzi/cene con amici/parenti/ecc. | 34,1% |
Per allietare le serate in casa | 32,6% |
Quando si lavora e non si ha tempo per andare/preparare pranzo/cena | 26,5% |
Per restare nell’intimità e comodità di casa senza rinunciare alla buona cucina di un ristorante | 24,7% |
Per provare cibi nuovi, originali | 18,0% |
Non so cucinare, o almeno non so cucinare gli stessi prodotti che ordino | 6,9% |
Fonte: indagine Coldiretti/Censis con risposte multiple |
GLI ASPETTI DA MIGLIORARE NEL FOOD DELIVERY
Rispetto dei diritti e delle tutele dei lavoratori | 38,1% |
Sicurezza dei prodotti nel trasporto (misure contro le contaminazioni, ecc.) | 27,9% |
Qualità dei prodotti/ingredienti utilizzati (dovrebbero comunque garantire la buona qualità dei prodotti che trasportano, vendono). | 25,3% |
Utilizzo di prodotti tipici locali e/o di fornitori locali. | 17,7% |
Riduzione degli impatti negativi sull’ambiente della loro attività | 10,1% |
Rispetto dei diritti e delle tutele dei lavoratori | 38,1% |
Fonte: indagine Coldiretti/Censis con risposte multiple |