E’ emergenza crolli per i cappotti termici degli edifici?

 

Il maltempo delle ultime ore ha molto preoccupato per la sicurezza dei cappotti e per l’incolumità delle persone che si trovavano a transitare sotto questi edifici.

Abbiamo intervistato Isaac Scaramella ed Alessandro Fracassi, ingegneri titolari di greenLab, studio specializzato nella ristrutturazione e nell’efficientamento energetico degli edifici.

 

Durante il nubifragio di ieri si è assistito, oltre al ribaltamento di alberi e cartelli stradali, anche alla caduta di parti, in alcuni casi estese, di cappotti termici. Questo fenomeno costituisce un pericolo per le persone e le cose?

Sicuramente il crollo di una porzione di cappotto da vari metri di altezza è potenzialmente pericolosa per l’incolumità delle persone. Non tanto per la caduta del pannello in sé, ma piuttosto per il tonachino di finitura e per la colla retrostanti che costituiscono la parte più pesante del sistema. Inoltre i primi pezzi a staccarsi sono in genere quelli ai piani alti, dove l’azione del vento è più forte, quindi la caduta può essere anche di 15 o 20 metri.

 

A cosa sono dovuti i crolli e quanto è elevato il rischio “epidemia”?

In linea generale si può dire che i crolli avvenuti ieri sono di cappotti risalenti ad almeno 20 o 30 anni fa, quindi eseguiti con tecniche e materiali non al livello di quelli attuali.

Più nello specifico abbiamo notato che i crolli hanno interessato cappotti che non erano stati opportunamente fissati con i tasselli, che hanno proprio una funzione di contrasto all’azione del vento, e dove la colla di fissaggio era stata posizionata a “punti”, non su tutto il perimetro o sull’intera superficie come invece sarebbe da fare a regola d’arte.

Il rischio “epidemia” è quindi relativamente basso per due motivi: da un lato fenomeni metereologici come quello di ieri sono eccezionali, dall’altro i cappotti fatti in questo modo sono relativamente pochi. Ciò non toglie che vada comunque prestata una certa attenzione, soprattutto con azioni di tipo preventivo.

 

Cosa intende per azioni preventive? Come si può capire se il cappotto di un edificio è a rischio distacco?

Azioni preventive significa valutare attentamente le condizioni del cappotto e capire se è il caso di migliorarne il fissaggio o addirittura procedere alla sua sostituzione. In prima approssimazione ci sono alcuni aspetti da valutare per capire lo stato di salute del cappotto.

Si può anzitutto vedere se si notano fessure in facciata che ricalcano la forma dei pannelli, questo già è un indice di inizio del degrado.

È poi possibile eseguire indagini termografiche che possono aiutare a capire se erano stati in origine utilizzati i tasselli. In caso di dubbio può essere opportuno procedere anche con delle parziali rimozioni per vedere la situazione dietro il tonachino di finitura.

Ovviamente tutte queste operazioni è il caso vengano eseguite sotto la supervisione di un progettista specializzato.

 

Cosa consiglia quindi a chi sta pensando di fare un cappotto?

A chi sta pensando di realizzare un cappotto dico: procedete senza timori. Se ben progettato e realizzato il cappotto non da alcun problema. Anzi, è uno dei migliori investimenti che una famiglia possa fare per sé e per l’ambiente. L’importante è affidarsi a un team di professionisti e ditte specializzati e qualificati per questo genere

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