Confartigianato Lombardia: studio dei settori in prima linea

«Nelle retrovie di questa emergenza, sotto la plancia della nave Italia, vi sono attività chiave che tengono vivo il Paese durante il lockdown, fondamentali per garantire il proseguimento della quotidianità e nelle quali vi è una elevata presenza di micro e piccole imprese e di artigianato» commenta così Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia i dati diffusi dall’Osservatorio di Confartigianato Lombardia e che perimetrano i settori economici ancora attivi, in prima linea in queste settimane di emergenza sanitaria. Stiamo parlando dell’autotrasporto, che garantisce la logistica delle merci, rifornendo il commercio alimentare e la grande distribuzione con il supporto delle imprese della logistica e della movimentazione merci. Mentre l’autoriparazione provvede agli interventi di emergenza sui mezzi. La sanificazione degli ambienti di lavoro è affidata alle imprese delle pulizie. Le imprese dell’alimentare garantiscono la panificazione e la produzione di beni essenziali per l’alimentazione. Per un guasto agli impianti, per l’adeguamento della connettività e dei sistemi di rete e wireless di case e aziende possiamo affidarci alle imprese dell’impiantistica elettrica, elettronica e termoidraulica, essenziali anche per l’assistenza alle strutture ospedaliere e per la predisposizione in corso dei nuovi reparti di terapia intensiva. Per la manutenzione dei capi di abbigliamento sono a disposizione imprese di lavanderia e pulitura. La limitata circolazione delle persone, in particolare quella dettata da cause di urgenza e di emergenza, è garantita anche da taxi e imprese di noleggio autovetture con conducente. Attività di smart working e funzionalità dei nostri devices, indispensabili per garantire la limitata socialità di queste settimane è supportata dalle imprese di riparazione di computer e apparecchiature per le comunicazioni. In prima linea nell’emergenza sanitaria figurano anche le imprese dei servizi di pompe funebri. Grande attenzione è posta sul sistema di offerta in grado di produrre beni e servizi essenziali: del comparto medicale e della sicurezza – fabbricazione di prodotti igienico-sanitari, di apparecchiature elettromedicali ed elettroterapeutiche, mobili per uso medico e materiale medico- chirurgico, di attrezzature ed articoli di vestiario protettivi di sicurezza – e di offrire l’installazione, la manutenzione e la riparazione di questi strumenti: nella nostra regione questo sistema conta complessivamente 714 imprese, di cui il 27,6% artigiane.

Imprese che operano in prima linea e che raggiungono in Lombardia quasi le 100 mila imprese (di cui 11.292 a Brescia), di queste, 67 mila circa, pari al 67,1%, sono artigiane. La quota è più alta nella nostra provincia: 8.333 imprese a Brescia dell’artigianato in prima linea, il 73,8% delle 11.292 coinvolte. Un’impresa artigiana su quattro (8.333) delle 33.617 imprese artigiane totali della provincia attiva in settori in “prima linea”, in particolare: installazioni impianti (3.354), manutenzione e ripazione veicoli (16.86), industrie alimentari (603), taxi e ncc (256), trasporto merci (1.393), attività di pulizia e dinfestazione (522), lavanderie (276), pompe funebri (21). A queste attività si aggiungono le imprese e i lavoratori dei settori di energia, acqua e raccolta rifiuti che, insieme con gli occupati della distribuzione commerciale, delle Tlc, dei servizi di informazione, delle edicole e del trasporto pubblico offrono il loro contributo in questa battaglia di primavera contro il Covid-19. I danni economici conseguenti alla crisi da coronavirus saranno rilevanti. Al mantenimento dei segni vitali del sistema economico contribuiscono anche alcune imprese del manifatturiero, delle costruzioni e dei servizi che ancora oggi, garantendo le necessarie condizioni di sicurezza, continuano ad operare se pur con “il motore al minimo”.

 

«Solo più avanti faremo la conta di quante imprese saranno rimaste sul campo in questa battaglia che ci coinvolge tutti. Per ora è drammatico e quotidiano prima di tutto il bilancio di vite umane pagato della nostra provincia. Così come in questi giorni siamo tutti affidati alla straordinaria qualità del personale medico e paramedico dei nostri ospedali: in Lombardia nelle 58 strutture di ricovero lavorano 16 mila medici e 43 mila persone in prima linea nella guerra al coronavirus, lavorando senza sosta ed esposti al rischio di contagio e a loro va tutta la nostra ammirazione e il nostro grazie prosegue Massetti. Se è vero che il Decreto “Cura Italia” recepisce alcune sollecitazioni avanzante da Confartigianato per la sospensione e la proroga dei versamenti ed adempimenti, l’impatto economico dell’emergenza sugli artigiani e sulle micro e piccole imprese è vastissimo e saranno necessarie ulteriori misure per venire in aiuto agli imprenditori che in queste condizioni sono impegnati nel contenimento dei danni e a resistere. Dopo queste prime misure andrà quindi affrontata la fase due con ulteriori interventi e, a emergenza sanitaria conclusa, saranno necessari provvedimenti dedicati agli indennizzi per i danni subiti dalle imprese e a rilanciarne l’attività».

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