Università degli Studi di Brescia: aumentano i laureati assunti

Sono in crescita i dati occupazionali dei laureati triennali e magistrali dell’Università degli Studi di Brescia. Ad evidenziarlo è il XXII Rapporto AlmaLaurea sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei laureati italiani che ha indagato, delle 76 Università aderenti al Consorzio, le performance formative di oltre 290 mila laureati nel 2019 ed ha coinvolto, per la parte relativa alla condizione occupazionale, 650 mila laureati di primo e secondo livello, nel 2018, 2016 e 2014 contattati, rispettivamente, a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo.

L’indagine sulla condizione occupazionale ha riguardato complessivamente 4.151 laureati dell’Università degli Studi di Brescia. I dati si concentrano sull’analisi delle performance dei laureati di primo e di secondo livello usciti nel 2018 e intervistati a un anno dal titolo e su quelle dei laureati di secondo livello usciti nel 2014 e intervistati dopo cinque anni.

Laurearsi all’Università degli Studi di Brescia continua ad aprire le porte del mondo del lavoro – dichiara il Rettore prof. Maurizio Tira –. Il tasso di occupazione dei nostri laureati triennali a un anno dal titolo sale infatti al 89,9%, tre punti e mezzo in più rispetto allo scorso anno; mentre il tasso di occupazione dei laureati magistrali biennali, a un anno dalla laurea, aumenta dal 83,5 al 85,8%. Dati che, ancora una volta, si riconfermano tra i più alti del Paese, ben al di sopra della media nazionale e regionale”.

“Se si combina questo dato eccellente con il Payback Index, che esprime il numero di anni necessari per ripagare gli investimenti, tenendo conto del costo totale sostenuto nell’arco del periodo universitario, un indice per il quale la nostra Università è al quarto posto tra gli atenei italiani – conclude il Rettore – studiare all’Università degli Studi Brescia si rivela un ottimo investimento sul futuro professionale, che ci rende orgogliosi e ci sprona a continuare a migliorare e a diversificare la nostra offerta didattica, già ricca e di qualità”.

I LAUREATI TRIENNALI A UN ANNO DALLA LAUREA

L’indagine ha coinvolto 1.484 laureati triennali del 2018 contattati dopo un anno dal titolo (nel 2019).

Isolando i laureati triennali dell’Università degli Studi di Brescia che, dopo il conseguimento del titolo, non si sono mai iscritti a un corso di laurea (50,4%), è possibile indagare le loro performance occupazionali a un anno dal titolo.

Ad un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione è dell’89,9% (la media regionale è l’82%, quella nazionale il 74,1%), mentre il tasso di disoccupazione (calcolato sulle forze di lavoro, cioè su coloro che sono già inseriti o intenzionati a inserirsi nel mercato del lavoro) è pari all’4,9% (8,9%, il dato lombardo).

Il 26,2% degli occupati può contare su un lavoro alle dipendenze a tempo indeterminato, mentre il 42,5% su un lavoro non standard (in particolare su un contratto alle dipendenze a tempo determinato). Il 14,6% svolge un’attività autonoma (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.). La retribuzione è in media di 1.352 euro mensili netti. Ma quanti fanno quello per cui hanno studiato? Il 75,8% considera il titolo molto efficace o efficace per il proprio lavoro.

 

I LAUREATI DI SECONDO LIVELLO A UNO E A CINQUE ANNI DALLA LAUREA

I laureati di secondo livello del 2018 contattati dopo un anno dal titolo sono 994 (di cui 528 magistrali biennali e 466 magistrali a ciclo unico), quelli del 2014 contattati a cinque anni sono 822 (di cui 434 magistrali biennali e 388 magistrali a ciclo unico).

 

A un anno

Ad un anno dal conseguimento del titolo, l’85,8% dei laureati di secondo livello del 2018 è occupato (93,4% tra i magistrali biennali e 77,9% tra i magistrali a ciclo unico); la media regionale è pari al 81,2% (82,2% tra i magistrali biennali e 79,3% tra i magistrali a ciclo unico); la media nazionale, il 71,7%. Il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze di lavoro, è pari al 3,8% (3,7% tra i magistrali biennali e 3,9% tra i magistrali a ciclo unico). Il 24,3% degli occupati può contare su un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato mentre il 21,9% su un lavoro non standard (in particolare su un contratto alle dipendenze a tempo determinato). Il 25,6% svolge un’attività autonoma (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.). Tra i magistrali biennali tali percentuali sono, rispettivamente, pari a 34,1%, 25% e 7,1%; tra i magistrali a ciclo unico sono pari a 9,3%, 17,1% e 53,9%. La retribuzione è in media di 1.611 euro mensili netti (1502 euro per i magistrali biennali e 1776 euro per i magistrali a ciclo unico).

 

A cinque anni

Il tasso di occupazione dei laureati di secondo livello del 2014, intervistati a cinque anni dal conseguimento del titolo, è pari a 94,2% (95,4% per i magistrali biennali e 92,9% per i magistrali a ciclo unico); la media regionale è pari a 91,5%, la media nazionale l’86,8%. Il tasso di disoccupazione è pari al 2% (1,7% per i magistrali biennali e 2,3% per i magistrali a ciclo unico). Gli occupati assunti con contratto a tempo indeterminato sono il 56,8%, mentre gli occupati che svolgono un lavoro non standard sono il 10,1%. Svolge un lavoro autonomo il 24,9%. Tra i magistrali biennali tali percentuali sono, rispettivamente, pari a 72%, 8,2% e 12,8%; tra i magistrali a ciclo unico sono pari a 32%, 13,4% e 44,8%. Il lavoro part-time coinvolge il 9,5% degli occupati (4,6% tra i magistrali biennali e 17,4% tra i magistrali a ciclo unico). Le retribuzioni arrivano in media a 1.738 euro mensili netti. Il 66,1% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro che sta svolgendo; il 56,6% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università.

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