Sul percorso di ARERA per definire le nuova tariffe del teleriscaldamento
Nel corso del 2022 si è assistito all’esplosione dei prezzi dell’energia trascinati verso l’alto dal mercato del gas che ha coinvolto anche il prezzo del calore fornito dalle reti di teleriscaldamento presenti in Italia. Fin dal marzo 2022 ARERA, su segnalazioni dei clienti, ha preso atto del fenomeno e trovandolo per molti versi anomalo ha avviando un’indagine sull’andamento dei prezzi applicati nelle reti di TLR italiane.
L’indagine si è conclusa il 2 novembre 2022.
L’indagine ARERA ha fotografato un settore contraddistinto da un sistema tariffario caotico, caratterizzato da gestori/monopolisti liberi di applicare nel proprio territorio modalità di aggiornamento delle tariffe che solo in pochissimi casi rispondono a criteri di analisi dei costi effettivi di produzione e distribuzione.
Gran parte delle tariffe risultavano agganciate, con vari algoritmi, al prezzo del gas, da qui l’aumento dei prezzi anche nei casi in cui la produzione del calore avviene solo in parte con l’utilizzo del gas.
ARERA nella chiusura della propria indagine parlava esplicitamente di “potenziali extraprofitti” da parte dei gestori e della necessità di giungere ad un sistema tariffario “cost reflective”.
Nei primi mesi del 2023 ARERA ha avuto il via libera dal Governo e Parlamento per normare finalmente anche il mercato del teleriscaldamento fino a quel momento escluso. Lo scorso 3 agosto ARERA ha pubblicato un documento d’indirizzo finalizzato alla determinazione del nuovo sistema tariffario che dovrebbe avere una prima applicazione transitoria a partire dal prossimo 1° gennaio 2024.
Il documento messo in consultazione pubblica dal titolo “ORIENTAMENTI PER LA DEFINIZIONE DEL METODO TARIFFARIO PER IL SERVIZIO DI TELERISCALDAMENTO” contiene i primi elementi per giungere alla definizione di un criterio “cost reflective” per la determinazione delle tariffe nelle reti di teleriscaldamento.
Le osservazioni ai criteri esposti possono essere inviate ad ARERA entro il prossimo 12 settembre. Legambiente Brescia, che da due anni segue la questione delle tariffe del teleriscaldamento, ed ha presentato l’anno scorso anche una petizione in merito discussa in consiglio comunale nel dicembre 2022, ha inviato ad ARERA le proprie osservazioni.
Senza entrare in dettagli eccessivamente tecnici Legambiente nelle proprie osservazioni ha indicato:
– il proprio parere positivo all’applicazione di una tariffa cost reflective, ma con la richiesta che i dati per la formazione dei prezzi debbano essere assolutamente trasparenti e disponibili ai clienti con la pubblicazione sul sito del gestore;
– sia creato un sistema di verifica da parte di ARERA della correttezza dei dati e della procedura di calcolo;
– il prezzo del calore con teleriscaldamento non sia per nessuna ragione superiore al costo del calore prodotto con caldaie a gas a condensazione (cosiddetto “costo evitato”); Legambiente Brescia Associazione di Promozione Sociale – via Ventura Fenarolo 25122 Brescia – tel. 335.5943132 legambiente.brescia.info@gmail.com – legambiente.brescia@poste-certificate.eu -https://legambientebrescia.it
– si tenga conto non solo dei “costi di produzione” del calore, ma anche dei ricavi complessivi, vale a dire, non solamente quelli derivanti dalla vendita del calore, ma anche quelli derivanti dallo smaltimento dei rifiuti (nel caso di presenza di termovalorizzatori) e dalla vendita di energia elettrica (nel caso di cogenerazione);
– siano incluse anche piccole reti, sotto i 30 MW, escluse dall’ipotesi di ARERA dall’applicazione delle norme in corso di definizione, ma che spesso sono quelle con prezzi di cessione del calore più elevati nel panorama italiano;
– indispensabile l’adeguamento della normativa di applicazione dell’IVA al livello più favorevole per i consumatori, includendo nell’applicazione dell’IVA agevolata anche le situazione in cui le bollette sono fatturate con IVA al 22% perché considerate “servizio” (è il caso dell’edilizia pubblica di ALER e Comuni e di molti supercomdomini). Auspichiamo che ARERA giunga al più presto alla definizione di criteri univoci, trasparenti e facilmente applicabili da parte dei gestori e controllabili da parte dei clienti.
Legambiente continuerà a seguire l’evolversi della situazione.